Mentre i riflettori sono ancora puntati su “Oscar”, l’ambita statuetta vinta dal film di Paolo Sorrentino, Barbie, la bambola più famosa al mondo, raggiunge il traguardo delle 55 candeline. Tra frizzi e lazzi, intanto, la festa di Pantalone e Pulcinella si celebra con carri festosi, creature di cartapesta e personaggi in carne e ossa, come la biondissima trionfatrice di Sochi Carolina Kostner, Colombina per un giorno nella città di Casanova. In questo tourbillon di nomi, si inseriscono a buon diritto quelli della Principessa Pan e di Tanguy. La prima, fenomeno di società ricollegabile a Peter Pan e anche alla creatura dai capelli biondo platino della Mattel, indossa il volto di Cameron Diaz o di Madonna, per citare due chiome d’oro per eccellenza. A queste celebrity del gentil sesso l’età che avanza non fa paura, anzi, sembra produrre l’effetto del buon vino. Ma se riuscire a mantenersi in forma è una cosa da ammirare, il risvolto negativo è la voglia di non crescere che traspare dalle scelte quotidiane di queste donne, inebriate dalla libertà sfrenata e dalla totale assenza di vincoli di ogni sorta, come spiega bene l’articolo. Si è passati, insomma, dai tempi di B.B., la bella e bionda Brigitte Bardot che invecchia senza trucco e senza inganni, ai tempi di PP, la Principessa Pan, appunto. Specularmente, per il sesso forte si parla invece di sindrome di Tanguy (dal nome del protagonista del film “Tanguy“, appunto) che colpisce gli uomini eterni bamboccioni, o adultescenti, secondo il neologismo coniato sulla base dello slang inglese adultescent. Esattamente il tipo di uomo, cioè, che sembra rappresentare Jep Gambardella, il protagonista de La Grande bellezza, tutto dedito a mondanità e frivolezze in una Roma dal fascino innegabile e imperituro. Sullo sfondo di questa società ricca di apparenze e povera di contenuti, esistono però delle realtà dove i segni del tempo si fanno impietosi. La realtà di Pompei, ad esempio, dove la bellezza non si limita a sfiorire ma cade letteralmente a pezzi. O quella di Cento, in provincia di Ferrara, dove non si è potuto celebrare il noto Carnevale perché la cittadina non è stata ancora messa del tutto in sicurezza dopo il pesante sisma di due anni fa. Realtà come quella della stessa Roma, infine, dove il Colosseo necessita di interventi per continuare a essere il simbolo della città “eterna”. La grande bellezza non è solo il titolo del film che ha riportato l’Oscar in Italia dopo 15 anni…è la descrizione del patrimonio culturale e artistico italiano, anzi, dell’Italia stessa…La domanda da porsi è: saremo in grado di preservarla dal degrado del tempo come le bionde platinate di cui sopra riescono a fare con successo con il loro corpo? Anche se i mondiali sono ancora distanti, io tifo per l’Italia.
10 marzo 2014 · 7:27 PM
La grande bellezza…che va tutelata
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